I danni delle tarme alimentari o tignole sono causati prevalentemente dall’attività
delle larve. Accanto al danno “diretto”, dovuto alla sottrazione di sostanza alimentare ha importanza la dannosità “indiretta”, dovuta a varie modalità di contaminazione dell’alimento (con bave sericee, escrementi, esuvie, frammenti del corpo, bozzoli, squame, peli, carcasse di larve e adulti morti, ecc.); talora questo tipo di contaminazione è macroscopico, causa disgusto visivo e porta in modo pressoché automatico ad escludere dagli usi alimentari il prodotto infestato; possono esservi però anche attacchi iniziali con più modesta
contaminazione che facilmente passa inosservata. Dal punto di vista igienico-sanitario le
conseguenze negative delle infestazioni possono essere rilevanti, consistendo ad esempio in
fenomeni irritativi o allergici (per contatto, inalazione, ingestione) a carico di addetti alla
lavorazione e allo stoccaggio delle derrate infestate, o anche a carico dei consumatori. Le larve
possono arrecare danni anche ai materiali di confezionamento e agli imballaggi, perforandoli con
l’apparato boccale per raggiungere il substrato alimentare o al contrario per allontanarsene,
quando abbiano raggiunto la maturità.assume importanza primaria la prevenzione, che nelle nostre abitazioni consiste innanzitutto in
adeguati e regolari interventi di pulizia dei locali e delle suppellettili, e nella ordinata gestione di
questi e delle derrate alimentari. L’allontanamento tempestivo dei rimasugli alimentari dalle
cucine o dalle dispense, il loro isolamento entro contenitori chiusi, la loro regolare rimozione
anche dai punti di temporaneo smaltimento situati nel circondario sono altresì pratiche
importanti ai fini preventivi. Nelle dispense famigliari delle cucine, l’ordine, la pulizia, la custodia
dei prodotti alimentari (soprattutto le farine, la pasta alimentare, il riso, i biscotti...) in
contenitori chiusi di plastica o vetro e il loro regolare avvicendamento e consumo sono
accorgimenti indispensabili per prevenire l’insorgenza di tali infestazioni e per contrastarne lo sviluppo.Farina in contenitori già aperti e mal richiusi, sacchetti di pane secco dimenticato, tavolette di
cioccolata alle nocciole accantonate in una credenza: ecco alcune delle tante possibili
localizzazioni di un focolaio iniziale d’infestazione.
USO DI TRAPPOLE. Il monitoraggio degli ambienti deve avvalersi necessariamente anche
dell’uso di trappole, che sono da poco disponibili anche per la casa. Si tratta soprattutto di
trappole a feromoni. Le trappole adatte alle abitazioni sono costituite da un semplice cartoncino collato, sul
quale è applicato un piccolo erogatore di feromone.Eliminando con le trappole i primi adulti maschi si ostacola la riproduzione dell’infestante.
Prof. PIERO CRAVEDI
Direttore Istituto di Entomologia e Patologia vegetale
Università Cattolica del Sacro Cuore
Membro del Comitato Scientifico di Vape Foundation
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