sabato 14 maggio 2011

Maschere apotropaiche in ceramica di Calabria

Le maschere apotropaiche di Calabria  sono realizzate in terracotta, lavorate  in modo artigianale. Nella tradizione hanno avuto una funzione apotropaica per respingere gli influssi nefasti degli spiriti maligni
Sono raffigurazioni di volti umani, quasi sempre còlti in un atteggiamento torvo e provocatore, che si rivolgono al pubblico attraverso una smorfia o l’accentuazione caricaturale di alcune parti anatomiche: la lingua pendente, il naso storto, le narici larghe, gli occhi sporgenti estrabici, le sopracciglia folte, le orecchie a sventola, i capelli arruffati, le corna.
Spesso vengono usate come elemento decorativo: venivano poste sui tetti  bene vista nelle case calabresi, sui portoni  delle abitazioni.  Specialmente quelle con le corna lunghe, la bocca aperta e la lingua di fuori nella tradizione popolare sono efficacissimi amuleti contro gli invidiosi. L’intensa espressività di questo “falso-volto” ha una funzione apotropaica: ciò significa che l’aspetto orripilante della maschera è in grado  di spaventare gli spiriti del male e di provocarne la fuga. Le maschere possono essere grezze o dipinte con colori vivaci e brillanti come il "leone trionfante" simbolo di forza ed il "bacco beneaugurante".
Nasocchio
Altro elemento è il nasocchio ossia una maschera con un lungo naso, larghe narici  e occhi grandi,  che viene spesso usata come elemento scaramantico e propiziatorio all’interno della casa.
E poi oltre alle maschere si realizzano ancora gli oggetti quotidiani utilizzati in cucina:le cannate, i boccali, i bumbuli e le quartare.Se a Napoli è il "corno" a portare fortuna, in Calabria si usa il "Peperoncino" sempre in ceramica.

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